Ultima modifica: 9 Giugno 2019
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Progetto Archeostage 2019 XXV Edizione Dal 26 maggio al 2 giugno

Uno straordinario connubio tra monumentalità e bellezza naturale caratterizza il Parco Archeologico di Elea-Velia, nell’attuale Comune di Ascea Marina, in provincia di Salerno, dove dal 26 maggio al 2 giugno 2019 si è svolto il Progetto Archeostage, giunto con successo alla 25^ edizione.

Sono stati 14 gli studenti del nostro Liceo, rigorosamente selezionati per merito scolastico, che hanno vinto la borsa di studio per il Progetto di alternanza scuola/lavoro Archeostage 2019, coordinato per il Liceo Lussana dalla prof.ssa Maria Imparato.

Questi i nomi dei nostri magnifici studenti:

 

  • PANSERI LETIZIA                        Classe 3A
  • DECAPITANI MARCELLA          Classe 3B
  • DI SIPIO GIULIA                           Classe 3C
  • RONZONI  FRANCESCO             Classe 3C
  • AGLIARDI LORENZO                  Classe 3E
  • CAVAGNA AGATA                      Classe 3F
  • SONZOGNI FRANCESCA            Classe 3H
  • LAURIOLA CARLO MASSIMO  Classe 3I
  • ORLANDO ANGELICA                Classe 3I
  • BUCCISANO GIAN MARCO       Classe 3O
  • PACCHIANI MICHELE                 Classe 3O
  • LOCATELLI MARCO                    Classe 3P
  • VACIS NICOLO’                             Classe 3T
  • MAZZOLENI CHIARA                  Classe 3U

 

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Quest’anno il Progetto Archeostage si è svolto dal 26 maggio al 2 giugno nel Parco Archeologico di Elea-Velia, diretto dalla dott.ssa Giovanna Scarano. Il Progetto ha coinvolto 82 studenti delle scuole bergamasche – Licei “Sarpi”, “Mascheroni”, “Lussana”, Liceo Artistico “Manzù”, Istituto Vittorio Emanuele II, Istituto “Lotto” di Trescore, Istituto Comprensivo di Treviolo – accompagnati dai rispettivi docenti referenti, con la partecipazione della dott.ssa Gisella Persico, referente per Alternanza e Orientamento dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, e della Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di Treviolo, Prof.ssa Maria Emilia Gibellini.

Nella prima giornata, gli alunni hanno effettuato con l’archeologo Carmelo Rizzo e la prof.ssa Maria Imparato la visita guidata del Parco Archeologico di Elea-Velia, un vero e proprio museo a cielo aperto, che dall’autunno 2005 vanta due prestigiose sedi espositive permanenti, collocate sull’acropoli della città greca: la Cappella Palatina dell’ XI secolo, che ospita la sezione greca dei reperti dell’antica Elea, e l’ex Chiesa di S. Maria di Porto Salvo, dove sono collocati i reperti della sezione romana.

Nei giorni successivi, oltre allo scavo nell’Insula III del Quartiere Meridionale di Elea-Velia, condotto con metodo scientifico dall’archeologo Carmelo Rizzo, gli studenti dell’Archeostage sono stati impegnati nel lavaggio e nella catalogazione del materiale ceramico, sotto il controllo dall’assistente Attilio Cortiglia e del restauratore Valter Tuccino, nonchè nell’attività di pulitura e manutenzione della Casa degli Affreschi, collocata sotto l’acropoli.

A completare l’esperienza, si sono aggiunti due eventi di altissimo spessore culturale: la visita guidata dagli archeologi Carmelo Rizzo e Rosa Cannavacciuolo presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano (SA) e l’attività di restauro svolta dagli studenti, sotto la guida esperta dei restauratori Valter Tuccino, Pietro Stasi, Franco Calceglia e Giovanna Manzo, nel Laboratorio di Restauro del Museo di Paestum.

Alla presenza della dott.sa Giuliana Tocco Sciarelli, già Soprintendente per i Beni Archeologici delle Province di Salerno e Avellino, si è svolta venerdì 31 maggio, alle ore 17.30, la  cerimonia commemorativa per i 25 anni dell’Archeostage, organizzata presso la Fondazione Alario di Ascea Marina (SA).

Si tratta di un’esperienza unica nel panorama scolastico nazionale, che consente ai giovani di scoprire l’archeologia lavorando a stretto contatto con gli esperti del settore, in uno dei Parchi archeologici più prestigiosi della Magna Grecia, quello della greca Elea, divenuta Velia sotto i Romani, dove sorse  la prima scuola medico-filosofica del mondo occidentale, creata da Parmenide.

Elea è anche il sito archeologico della monumentale Porta Rosa, scoperta nel 1964 da Mario Napoli, primo esempio di arco greco a tutto sesto di IV secolo a. C.

I nostri complimenti a tutti gli studenti che hanno partecipato a questa straordinaria esperienza, per la loro preparazione, per la serietà e il rigore professionale, ma soprattutto per l’entusiasmo, la partecipazione, l’impegno e la gioia che hanno saputo dimostrare.

 

Le voci degli Archeostagisti

Quando mi è stato detto che la scuola desiderava premiarmi per i voti ottenuti ero incredulo. Solamente più tardi ho scoperto che il premio era degno di uno stupore ancor maggiore, ovvero quando la notizia che mi dava la possibilità di partecipare ad un archeostage, in completa pensione, mi è arrivata all’orecchio. È inimmaginabile, invece, pensare all’emozione che si prova alla fine di tutto. Lì sul momento, nel mezzo dello scavo e presi a maneggiare terracotte arcaiche, non si realizza a sufficienza l’incredibile fortuna e la meravigliosa esperienza che si sta facendo. Viene tutto più tardi, alla sera, nell’attimo in cui i ricordi ti soprassalgono e ti riempiono il cuore di sorrisi e sudore, consapevole di essere stato laddove pochi hanno avuto la fortuna.
Francesco Ronzoni, 3^C

 

Beh, che dire? Senz’altro un qualcosa di unico!
Un’esperienza formativa sotto tutti i punti di vista.
Non pensavo minimamente di poter far parte della schiera degli eletti: sono rimasta a bocca a aperta quando ho saputo che le mie fatiche a scuola sarebbero state riconosciute e premiate. È veramente fantastico che il nostro liceo ricompensi l’impegno dei ragazzi in tal maniera!
Ricordo perfettamente persino le 12 ore di pullman che son servite per arrivare ad Elea-Velia. Un viaggio piuttosto lungo che però, a dire il vero, non mi è pesato molto (credo di aver dormito per quasi tutto il tragitto).
Le condizioni climatiche non ci hanno proprio favoriti, anzi: le giornate di scavo sarebbero dovute essere cinque e sono state solamente due.
Nonostante il tempo, la settimana è stata strepitosa nella sua concretezza: abbiamo avuto la possibilità di prendere il sole sulla spiaggia, fare il bagno, visitare musei e parchi archeologici, stringere nuove amicizie e arricchire il nostro bagaglio culturale.
Non saprei descrivere in modo efficace cosa si prova sul campo e cosa significa toccare con mano pezzi di storia.
Noi ragazzi di oggi tendiamo a non dare troppo valore a ciò che ci ha preceduti e che ha contribuito a porre le basi per tutto quello che ora siamo e che ora vive.
L’archeostage, per quel che mi concerne, è causa prima dell’amore per il passato e fine ultimo di un percorso conoscitivo mirato ad ampliare i nostri orizzonti culturali.
Studenti e studentesse del Lussana, studiare è sì pesante, noioso e per nulla divertente,
ma fidatevi: una settimana al mare in compagnia di amici e gente nuova che accresce la tua sapienza è qualcosa di superlativo e senza eguali.
A maggio si è tutti stanchi e si ha bisogno di una pausa: oltre ad essere tornata risposta e con la capacità di guardare la storia per mezzo di un occhio diverso, sono abbronzata e ho tanti tanti nuovi amici!
Un ringraziamento speciale a tutti quelli che da 25 anni portano avanti questo progetto.
Semplicemente mitico!
Francesca Sonzogni, 3^H

 

Penso sia veramente difficile trovare le parole per descrivere quest’esperienza, ma cercherò di fare del mio meglio per esprimere quello che ho provato durante questa magnifica settimana.
Innanzi tutto, devo dire che già alla partenza ero contentissima di aver ricevuto questo premio, a maggior ragione poiché l’avevo guadagnato con i miei sforzi. Credo, infatti, di aver realizzato che studiare ripaga concretamente solo dopo aver ricevuto l’invito a prendere parte alle attività di archeostage e vela. La mia gioia iniziale é stata poi alimentata dalle persone con cui ho condiviso quest’esperienza; sono sempre stata una ragazza timida che fa fatica a socializzare, ma durante questa settimana mi sono sentita libera di essere me stessa. Ho infatti incontrato ragazze e ragazzi aperti e disponibili e sono sorpresa di come sono riuscita a fare amicizia anche con studenti di altre scuole.
Passando all’attività di scavo, posso dire di essermi veramente sentita calata nella storia. Osservando i reperti e lavorando nel sito archeologico, avevo l’impressione di far realmente parte delle civiltà antiche vissute a Velia e a Paestum. Credo che questa sensazione sia unica e possa essere compresa solo se provata di persona, per questo sono veramente contenta di non essermi lasciata scappare questa occasione eccezionale.
In conclusione, posso affermare che l’attività di archeostage sia un’esperienza formativa singolare da tutti i punti di vista, sia per quanto riguarda i rapporti umani, sia per quanto concerne il lavoro negli scavi e le visite ai musei. Sarei molto felice di prendere nuovamente parte ad un’iniziativa del genere e di certo la consiglierò alle eccellenze del prossimo anno!
Angelica Orlando, 3^I

 

Ho scoperto dell’esistenza dell’Archeostage l’anno scorso, quando la profe Imparato è venuta a fare supplenza nella mia classe; le si illuminavano gli occhi quando raccontava di questa esperienza e tra me e me pensavo quanto sarebbe  stato bello poterci andare, poter entrare a far parte di quel gruppo di fortunati che potevano vivere quell’esperienza indimenticabile. Sapere che sarebbero stati i voti a scegliere i partecipanti sono stata stimolata ad impegnarmi e finalmente un giorno, mentre ero in gita a Firenze, è arrivata quella circolare in cui si comunicavano i nomi: è stata un’emozione unica. Da subito ho cominciato ad immaginare cosa avrei trovato sotto la sabbia, come sarebbe stato, se mi sarei appassionata a quella materia, e allo stesso tempo se l’hotel sarebbe stato bello, come sarebbero stati i compagni, insomma ho iniziato a fantasticare su quel viaggio che pareva così lontano. Il pensiero mi ha aiutato a superare quel maggio così difficile per ogni studente e quando ma quando è arrivato il giorno della partenza nn ho provato le emozioni che mi ero immaginata: ero titubante, sapere che il meteo non sarebbe stato dalla nostra parte mi aveva resa sfiduciata e improvvisamente cominciai a pensare che forse non avrebbe corrisposto le mie aspettative. Per fortuna già le prime ore di viaggio hanno smentito questo mio sconforto iniziale, e con compagni fantastici anche le insopportabili 12 ore di viaggio sono trascorse velocemente tra risate e gossip lussaniani e così arrivammo in un hotel bellissimo che ci ha accolto con tipiche (super caloriche) sfogliatelle. Ogni giorno è stato una lotta contro un tempo che non ne voleva sapere di collaborare, ma gli organizzatori sono stati grandi nel gestire le difficoltà perchè nonostante tutto c’era sempre qualcosa da fare. La giornata che più ho preferito è stata la visita a Pompei: restaurare autentici pezzi di storia è stata un’emozione indimenticabile, si provava paura e un po’ di ansia perché davvero un tassello di civiltà stava transitando per le nostre mani, perché stringere nel palmo il passato è bellissimo e ti fa sentire importante. La maestosità dei templi ti fa sentire un minuscolo sassolino di un’immensa montagna e poter lavare anse e manici di anfore rendeva la storia incredibilmente tangibile. Ma al di là di tutto ciò, quello che mi rimarrà davvero di questa esperienza sono state le persone che ho incontrato: ho conosciuto moltissimi ragazzi, ho condiviso con loro momenti di riso e di divertimento, insieme abbiamo scherzato e giocato, tra tuffi in piscina, partite a carte o a pallavolo, a licantropi e scherzi anche le giornate più piovose brillavano un po’ di più. Ho incontrato professori che con grande coraggio si sono presi la responsabilità di accompagnare gruppi di scatenati adolescenti perché sono i loro i primi a credere in questo progetto. Ho incontrato esperti archeologi e restauratori che hanno davvero saputo trasmettere *passione*, quella passione che è capace di far appassionare a qualcosa di cui normalmente magari non importa molto; è stato meraviglioso trovare adulti interessati e gioiosi, adulti che spiegavano con la gioia dei bambini negli occhi, che erano convinti davvero della bellezza di quanto stavano facendo, che veramente credevano di poter ancora stupire e meravigliare i ragazzi cui parlavano. Alla luce di tutto ciò non posso che dire *GRAZIE*, grazie a coloro che mi hanno dato la possibilità di vivere davvero questa esperienza, grazie a chi la ha realizzata, grazie a tutti i ragazzi che la hanno colorata e resa indimenticabile.
Letizia Panseri, 3^A



Ero totalmente inconsapevole di un possibile premio per la mia media scolastica. Quando è arrivata la circolare con il mio nome, la sorpresa è stata grandissima, non immaginavo infatti che il mio impegno sarebbe stato riconosciuto anche in questo modo. All’inizio, ahimè, devo ammettere di  non essere stata completamente entusiasta perché non sono una grande amante delle materie umanistiche, specialmente storia. In aggiunta credevo che mi sarei trovata a disagio perché non conoscevo nessuno.
Ma, a discapito delle mie aspettative, la vacanza è passata molto velocemente e ho avuto la possibilità di vivere tantissime nuove esperienze e prima di tutte, quella dello scavo. Nonostante i vari imprevisti meteorologi, è indescrivibile l’emozione di stare a diretto contatto con reperti archeologici arcaici, nonché pezzi di storia. Come se questo non bastasse, ho legato bene con tutti i compagni e ci siamo divertiti a far di tutto, dallo studiare insieme ai continui bagni in piscina e le partite a carte.
È stata senz’altro un’avventura memorabile che mi permette di tornare a scuola non solo contenta, ma anche riposata e con tanti nuovi amici!
Marcella Decapitani, 3^B

 

La storia antica mi ha sempre interessato, esattamente come scoprire qualcosa di nuovo. L’esperienza di Archeostage ha conciliato perfettamente queste mie passioni.
Ho realizzato il mio sogno di partecipare attivamente a una vera e propria ricerca, senza sapere esattamente quali sarebbero stati gli esiti. Siamo andati oltre la teoria che impariamo a scuola, non abbiamo verificato nuovamente qualcosa che si sapeva già: eravamo lì al momento della scoperta (di un coccio ad esempio) e della ricostruzione (di un vaso). Abbiamo applicato le nostre conoscenze e competenze per cercare qualcosa di nuovo. Proprio grazie a questo tipo di cercare siamo entrati in contatto con la storia, la abbiamo toccata con mano. È con queste esperienze che si apprende che quanto si impara a scuola non è fine a se stesso, ma ha un’applicazione.

Questa esperienza, in particolare, mi ha permesso di vedere la storia e l’archeologia da una prospettiva nuova e inedita. Mi ricorda la mia esperienza con la musica. Prima andavo a teatro per i concerti ed ero solo spettatrice: vedevo solo il risultato finale. Da quando ho cominciato a suonare in orchestra e a cantare in un coro, ho visto tutta la preparazione che avviene prima di ottenere il risultato finale, tutto il sacrificio fatto.
Lo stesso è accaduto con storia e archeologia. Ho visto tutto il lavoro, l’impegno e la dedizione che si impiegano per scoprire e restaurare manufatti e monumenti, prima che avvenga l’esposizione al pubblico. Quando andrò in un museo o in un sito, d’ora in avanti, penserò a tutto il lavoro che sta dietro ad ogni singolo oggetto.
Ringrazio il consiglio di classe, che ha determinato lo sviluppo delle conoscenze e competenze, che mi hanno permesso di vivere l’esperienza dell’Archeostage, e ringrazio la prof.ssa Imparato, che ci ha trasmesso la passione per questo progetto!
Agata Cavagna, 3^F

 

La mia vera riflessione non riguarda l’archeologia, né i reperti o quant’altro… trovo che siano in secondo piano, solo la punta dell’iceberg. Ciò che reputo davvero importante è dietro le quinte: le persone, il loro lavoro paziente, la loro passione. Guardando negli occhi dei bravissimi esperti che ci hanno accompagnato (ma non dimentichiamo anche i professori) ho intravisto qualcosa di veramente raro: meraviglia. Meraviglia per ciò che fanno, sincera dedizione, voglia di portare avanti una battaglia contro i pregiudizi di una società in declino, contro una mentalità chiusa nelle apparenze ed incapace di trovare il bello che, tutto intorno, ci prega di fermarci a guardare e pensare.
Stimo queste persone aperte, disponibili, pronte a combattere per una causa comune. E soprattutto le ringrazio per il loro impegno nel riportare alla meraviglia un’Italia ormai disattenta.
Grazie per la vostra passione! Grazie per come la trasmettete! Grazie anche per la vostra capacità di guardare oltre!
Ho ritrovato in voi persone d’oro, non in quanto archeologi o esperti, ma in quanto gente curiosa, appassionata, tenace.
È difficile trovare le parole adatte per descrivere un’esperienza così particoalre e unica come questa, ma ci proverò.
Quando mi era stato comunicato che avevo vinto un premio per il mio profitto scolastico sono stato subito attratto dall’idea di partecipare all’Archeostage poiché pensavo che forse non avrei più avuto la possibilità di toccare con mano e restaurare reperti antichi.
Le mie aspettative riguardo questa attività erano sin da subito molto alte e aumentavano dopo ogni incontro pomeridiano che abbiamo svolto per la sua preparazione perché mi incuriosiva e affascinava sempre di più la storia delle varie popolazioni che, susseguendosi nei territori dell’attuale Ascea e dintorni, hanno lasciato la loro testimonianza.
Devo dire che non sono stato per niente deluso. Nonostante le condizioni climatiche avverse, durante l’archeostage ho avuto l’opportunità di rivivere una parte di storia e di essere non solo uno spettatore passivo del passato, ma di provarlo direttamente sulla mia pelle. Ho riassembleato antichi vasi, pulito vecchi reperti, scavato in un vero parco archeologico…tutte attività che non avrei potuto fare normalmente e che mi hanno dato la possibilità di vedere la storia sotto una prospettiva completamente nuova che conserverò per sempre. Il passato non mi sembra più lontano e “morto”, ma piuttosto un qualcosa che esiste ovunque e non deve assolutamente essere dimenticato.
Oltre ai momenti istruttivi si sono però alternati anche quelli di svago in cui ho potuto fare il bagno al mare o in piscina, giocare a carte o a palla e prendere il sole.
Inoltre, come se non fosse già abbastanza quello che ho scritto prima, ho potuto trascorrere una settimana con ragazzi fantastici e genuini con cui ho legato facilmente e ho condiviso un’esperienza che non dimenticherò mai. Persone che spero vivamente di rincontrare.
Tuttavia tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il lavoro di moltissime persone che portano avanti questo progetto con grandissima passione da ben 25 anni e a cui vorrei dire grazie. Un grazie speciale è per la professoressa Maria Imparato che con il suo entusiasmo, la sua passione e le sue conoscenze è riuscita ad incuriosirmi, invogliarmi e farmi appassionare a quello spettacolare mondo che è l’archeologia.
Carlo Massimo Lauriola, 3^I
 

Ho scoperto l’esistenza dell’Archeostage solo questo anno, a febbraio. Ricordo ancora quando mia mamma mi ha annunciato di aver vinto un premio per i voti ottenuti: ero emozionatissima e contentissima!
Domenica mattina, prima di partire, ero un po’ preoccupata. Le previsioni del tempo non erano delle migliori e ,essendo una ragazza molto timida, avevo paura di non riuscire a fare amicizia facilmente.
Le mie aspettative erano sbagliate…
Alla fine di questa esperienza posso dire che l’archeostage mi ha aiutata a crescere e durante questa settimana ho avuto la possibilità di stare a diretto contatto con reperti archeologici di età storiche differenti, ma anche di scoprire, grazie alle varie attività, un amore per il nostro immenso patrimonio storico. Oltre tutto è stata anche l’occasione per divertirci, conoscere altre persone, il che ha reso l’Archeostage qualcosa di unico e speciale che ricorderò per sempre!
Chiara Mazzoleni, 3U

 

 Questa settimana di Archeostage è passata velocemente, in modo positivo. Inizialmente mi aspettavo una gita piena di studio e lavoro da fare,  invece era veramente un premio che la scuola ci ha dato. Nonostante il sole cocente, alternato alla pioggia, è stata un’esperienza indimenticabile. Ho conosciuto in primis il lavoro dell’archeologo e tutto ciò che ci sta dietro. E per ultimo, ma non per importanza, ho intrecciato nuove amicizie con studenti di altre scuole.  Non sono affatto  deluso dalla scelta che ho fatto.
Buccisano Gian Marco, 3^O

 

La settimana ormai trascorsa è stata per me davvero emozionante, divertente e interessante. Non solo ho potuto provare sulla pelle il fascino della scoperta, come quando abbiamo trovato nel terreno una parte di anfora, ma anche lavorare in gruppo con altri ragazzi che non conoscevo e con la maggior parte dei quali ho potuto instaurare amicizie che penso possano continuare in futuro. All’inizio non pensavo di poter vivere esperienze del genere, pensavo fosse solamente una normale gita scolastica, ma ora ho scoperto che è più di questo, per me penso sia stata un’esperienza di vita che mi ricorderò per sempre. In particolare mi ha colpito quando siamo andati al museo di Paestum dove abbiamo trovato archeologi ed esperti dai quali ho potuto imparare molto e comprendere come l’amore per la storia e per il loro lavoro faccia si che sopravvivano ancora i siti archeologici in Italia e quindi la storia. E’ stupendo pensare come il progetto dell’archeostage dopo così tanti anni continui a sopravvivere perfettamente regalando a noi ragazzi un nuovo modo di vedere la storia, penso comunque sia difficile che io diventi un archeologo, ma ora conosco così  la grande importanza del loro lavoro. Infine è stato per me bellissimo relazionarmi con ragazzi di altre scuole,  che  forse non avrei mai conosciuto. Vorrei così ringraziare tutti i professori e gli addetti ai lavori di questo progetto, la Dirigente Maestrini,  ma soprattutto la prof Imparato, per noi una guida non solo archeologica, ma anche di vita.
Grazie di tutto!
Michele Pacchiani, 3^O

 

L’esperienza passata questa settimana è stata piacevolmente sorprendente sotto molti aspetti. Infatti mi ha interessato particolarmente toccare con mano ciò che sono abituato a conoscere soltanto tramite i libri di scuola. Questo mi ha permesso di capire l’importanza e il valore del nostro patrimonio storico e sono sicuro che dopo l’esperienza vissuta guarderò con occhio più critico ciò che mi circonda senza darlo per scontato. Inoltre spetta a noi nuove generazioni il difficile compito di portare avanti con impegno e dedizione questo lavoro di salvaguardia dei siti archeologici affinché anche i posteri possano usufruirne. 

Purtroppo il brutto tempo ha in parte condizionato lo svolgimento delle attività previste da programma e ci ha costretti a trovare soluzioni alternative che, com’era prevedibile, non si sono dimostrate altrettanto interessanti.
Oltre che dall’aspetto didattico, anche dal punto di vista umano questa settimana è stata davvero arricchente. Ho conosciuto molte persone con cui ho subito instaurato bellissimi rapporti di amicizia, che spero possano rafforzarsi e accompagnarmi anche dopo la conclusione di questa avventura.
Vacis Nicolò, 3^T


L’esperienza dell’Archeostage è indimenticabile ed irripetibile. È stata un’occasione unica che mi ha permesso di conciliare il piacere della scoperta con l’incontro di nuove persone.
Per la prima volta, la storia che  sempre ho studiato sui libri si è concretizzata davanti a me. Ho finalmente compreso il ruolo fondamentale dell’archeologo, che rappresenta la costante simbiosi tra cultura ed esperienza.
Anche dal punto di vista umano, questo progetto è stata costruttivo:ho conosciuto persone meravigliose, anche al di fuori dell’ambiente scolastico, con cui spero vivamente di tenermi in contatto.
Ringrazio infine tutte le persone che hanno permesso per venticinque anni la realizzazione di questo progetto ed in particolare la professoressa Imparato, che ci ha trasmesso la passione per la storia.

Giulia Di Sipio, 3^C

 

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