Dalla Lombardia alle Maldive, ecco i liceali che hanno vinto il concorso della Bicocca (e difendono i coralli)
Intervista a Dario Negretti vincitore concorso della Bicocca
Articolo dal Corriere della Sera di Rosella Redaelli
Otto giorni di stage sull’Isola di Magoodhoo, nell’atollo di Faafu, per Dario Negretti (Classe 4^E del Lussana), Viola Ledermann e Cesare Mencarini (tra i vincitori c’è anche Riccardo Vescovi, rimasto a Milano per la maturità). Dal 2009 l’università Bicocca ha aperto il Marhe Center nell’Oceano Indiano per gli studi sull’ambiente.
Hanno chiuso l’anno scolastico in modo davvero fuori dal comune con uno stage di otto giorni alle Maldive sull’Isola di Magoodhoo, nell’atollo di Faafu dove dal 2009 ha sede il Marhe Center dell’Università Bicocca. Dario Negretti, Viola Ledermann, Cesare Mencarini e Riccardo Vescovi (l’unico che non ha partecipato al viaggio perché impegnato con gli Esami di Stato), tutti ragazzi tra i 16 e i 19 anni, sono i vincitori del concorso «Coralla Mib Proteggere il mondo partendo dai coralli», lanciato nella primavera 2021 dall’Università Bicocca per sensibilizzare gli studenti delle scuole superiori lombarde sui rischi che corre un ecosistema delicatissimo come la barriera corallina.
Dopo aver dovuto rimandare a lungo la partenza per l’emergenza pandemica sono riusciti a partire la scorsa settimana e sono rientrati lunedì 20 giugno carichi di emozioni ed entusiasmo: «È stata un’esperienza incredibile — dice Cesare Mencarini che ha concluso il secondo anno di liceo scientifico al Collegio san Giuseppe di Monza — soprattutto l’attività di snorkeling dove abbiamo visto sistemi di biodiversità incredibili. Poi è stato stimolante lavorare accanto agli studenti di Bicocca, partecipare alle loro lezioni». Per aggiudicarsi il viaggio i ragazzi «salvacoralli» hanno lavorato l’estate scorsa a progetti diversi in cui hanno messo in campo idee concrete per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo sbiancamento della barriera corallina. Dario Negretti, al quarto anno del liceo Scientifico Lussana di Bergamo, è risultato il primo classificato con un progetto in cui ha proposto l’installazione di 17 miliardi di pannelli solari nel deserto del Sahara entro il 2050: «Puntare sulle energie rinnovabili è l’unica soluzione possibile contro il surriscaldamento globale che è la causa di morte dei coralli — spiega — Da qui l’idea di sfruttare una parte del deserto del Sahara per installare pannelli solari in grado di produrre l’energia di cui il nostro pianeta avrà bisogno nel 2050. Si tratta di occupare una superficie di 28 mila chilometri quadrati di deserto, certamente una grande superficie, ma ridotta rispetto all’intero deserto».
Viola Chloe Ledermann, 15 anni, al secondo anno dello scientifico al Collegio Villoresi di Monza, ha cercato invece un modo per raccogliere fondi per la ricerca per la salvaguardia delle barriere coralline: «Ho disegnato una linea di abbigliamento mare- spiega- costumi, magliette, pantaloncini con i colori dei coralli. Vorrei proporre il progetto ad un brand dell’alta moda che ha già dimostrato sensibilità verso l’ambiente per poter mettere sul mercato la linea e riuscire ad avere un buon margine da investire nella ricerca». Al terzo posto il suo compagno di scuola, Cesare Mencarini che ha invece affrontato il problema con una soluzione ingegneristica. «L’ispirazione è arrivata durante le lezioni del nostro professore di scienze Mario Casati — racconta — ci ha guidato alla scoperta dei coralli, ci ha detto che sono in pericolo per il surriscaldamento delle acque. Da qui l’idea di realizzare un robot subacqueo in grado di abbassare la temperatura e di favorire la crescita delle alghe per il benessere del Reef». Per realizzare il suo «Coral Cooler» si è ispirato ai tentacoli di un polpo in grado con i loro sensori di registrare la temperatura dell’acqua in punti diversi, mantenendola sempre al di sotto dei 32 gradi.
A pari merito anche il progetto di Riccardo Vescovi, 18 anni di Villasanta (Monza), studente al quinto anno dello scientifico dei Salesiani di Sesto San Giovanni ha affidato al racconto «Storia di un ippocampo che visitò il Reef» il suo messaggio salva-coralli e quindi ha redatto un progetto basandosi su una tecnica di modifica del genoma con possibili soluzioni di laboratorio per ripopolare e curare i coralli malati.
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