Ultima modifica: 28 Novembre 2016
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Il saluto del nostro liceo alla professoressa Pinuccia Fracassetti

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Quando pensiamo a Pinuccia, alla sua straordinaria intelligenza, al suo sorriso allegro e contagioso, alla sua severità ed onestà, al suo cuore grande, ci viene in mente una reminiscenza poetica. E’ un frammento di Leopardi, in forma dialogata, che parla di uno strano sogno: la luna che di notte precipita in un campo, simile ad una stella cadente, facendosi sempre più grande, man mano che si avvicina alla terra. E in cielo lascia uno squarcio, una “nicchia”, un vuoto cosmico che fa paura. Non come una stella cadente simile ad altre stelle, rimaste nel cielo,  ma come “questa luna in ciel, che da nessuno Cader fu vista mai, se non in sogno”

 

 

LEOPARDIFRAMMENTO 37

ALCETA

Odi, Melisso: io vo’ contarti un sogno

Di questa notte, che mi torna a mente

In riveder la luna. Io me ne stava

Alla finestra che risponde al prato,

Guardando in alto: ed ecco all’improvviso

Distaccasi la luna; e mi parea

Che quanto nel cader s’approssimava,

Tanto crescesse al guardo; infin che venne

A dar di colpo in mezzo al prato; ed era

Grande quanto una secchia, e di scintille

Vomitava una nebbia (…) .

Allor mirando in ciel, vidi rimaso

Come un barlume, o un’orma, anzi una nicchia,

Ond’ella fosse svelta; in cotal guisa,

Ch’io n’agghiacciava; e ancor non m’assicuro.

MELISSO

E ben hai che temer, che agevol cosa

Fora cader la luna in sul tuo campo.

ALCETA

Chi sa? non veggiam noi spesso di state

Cader le stelle?

MELISSO

Egli ci ha tante stelle,

Che picciol danno è cader l’una o l’altra

Di loro, e mille rimaner. Ma sola

Ha questa luna in ciel, che da nessuno

Cader fu vista mai, se non in sogno.

 

Ecco, Pinuccia è stata per noi docenti, studenti, presidi e collaboratori del Liceo “Lussana” questa luna, bella e unica, insostituibile e generosa, austera e gioiosa insieme, che per 30 anni ha saputo trasmettere sapere, intelligenza critica, alta professionalità, ma anche grande entusiasmo nell’insegnamento, straordinario coraggio nell’affrontare la malattia, senza mai rinunciare alla passione e all’amore per i suoi studenti, senza mai lasciar trasparire la fatica e la sofferenza.

Ma Pinuccia è stata, e tale resterà nei nostri cuori, anche una donna bella, elegante, allegra, generosa, puntualissima, una moglie ed una madre davvero in gamba con tre figli meravigliosamente educati. E da poco nonna.

Di lei ricorderemo sempre la grande umanità, la capacità di mantenere il controllo anche in situazioni difficili, la sua disponibilità ad aiutare colleghi ed amici, senza mai chiedere nulla in cambio, la sua professionalità che ha consentito a tanti, tantissimi studenti del nostro Liceo di affrontare con serenità e preparazione gli esami universitari. Chi ha formato tanti giovani, educandoli con rigore e con passione allo studio e alla disciplina, non morirà mai. Poiché, come scrive Gibran, “che cos’è dare l’ultimo respiro? se non liberarlo dal suo flusso inquieto, affinché possa involarsi finalmente e spaziare disancorato alla ricerca di Dio?”.

Ciao Pinuccia! Ti vogliamo bene e ti ringraziamo per aver condiviso con noi tutti questo breve tratto di vita. Il nostro amore e la nostra riconoscenza per il tuo talento e per la tua generosità non moriranno mai.

 

Liceo Lussana

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