Il Direttore della Caritas Diocesana al Liceo
Il Direttore della Caritas Diocesana, don Roberto Trussardi, intervistato dagli studenti del Lussana
In seguito alla raccolta fondi realizzata dal Liceo Scientifico “Filippo Lussana” di Bergamo per il popolo ucraino, con il Progetto “Un braccialetto per l’Ucraina”, che ha consentito di raggiungere la quota di 12.000 €. devoluti alla Caritas di Bergamo, è stato invitato martedì 31 maggio nella nuova sala conferenze del Liceo il Direttore della Caritas Diocesana cittadina, don Roberto Trussardi, intervistato dagli studenti del Lussana.
Organizzato dalle prof.sse Nadia Locatelli, Daniela Noris e Chiara Villani del “Lussana” di Bergamo, dinanzi ad una rappresentanza di studenti delle classi che hanno accolto il Progetto (51 le classi partecipanti), l’incontro è stato aperto dal saluto ufficiale della Dirigente Scolastica del Lussana, prof.ssa Stefania Maestrini, che ha ringraziato Don Roberto Trussardi per la sua presenza e disponibilità all’ascolto, in un’atmosfera di cordiale amicizia e solidarietà. A raccontare il senso, le finalità e le modalità di impiego delle risorse destinate a questa situazione di emergenza sono state le vivaci ed incisive risposte di Don Trussardi alle domande incalzanti degli studenti, che hanno avuto anche la possibilità di ascoltare l’intervento in lingua inglese (in videoconferenza) della prof.ssa Iryna Bakumenko, insegnate presso un liceo di Kharkiv, costretta a lasciare la sua città sotto i bombardamenti, migrata con il marito (docente universitario) in Ungheria e ora rifugiata in UK, che ha rivolto un commovente ringraziamento al popolo italiano per gli aiuti ricevuti in questi terribili mesi di guerra e devastazione, lanciando agli studenti appelli di pace e di solidarietà.
Quale sia il ruolo sociale e politico della Caritas per la città di Bergamo, quali siano le catastrofi umanitarie a cui guarda con particolare urgenza la Caritas cittadina, con quali enti o realtà collabori per il raggiungimento degli obiettivi che si pone sono state solo alcune delle domande rivolte a Don Trussardi dagli studenti. La Caritas Diocesana di Bergamo è “un pezzo di Chiesa bergamasca”, ha dichiarato Don Trussardi, orientata su più settori con 40 operatori che lavorano in aiuto e sostegno di chi fa fatica a vivere, trovandosi in condizioni di grave marginalità sociale ed economica. La Caritas italiana è stata fondata nel 1971, per volere di Papa Paolo VI, ma a Bergamo è nata nel 1975 caratterizzandosi per il forte impegno politico e sociale, in situazioni di disagio e di emarginazione. Interventi di assistenza ai bisognosi ma soprattutto una forte e concreta progettualità definiscono il carattere e la politica della Caritas di Bergamo, che, come sostiene Don Trussardi, “agisce con tanto cuore e con tanta testa, oltre il puro assistenzialismo”.
Ma come si è organizzata la Caritas cittadina dal 24 febbraio di quest’anno, giorno d’inizio dell’invasione russa in Ucraina? Su questa precisa domanda, rivolta dagli studenti a Don Trussardi, che ha ringraziato il Liceo Lussana par la raccolta fondi effettuata con il Progetto “Un braccialetto per l’Ucraina” , si è svolta la seconda parte dell’incontro, da cui sono emersi dati e cifre importanti, che rivelano il profondo senso di solidarietà dei Bergamaschi e della Caritas cittadina: sono attualmente dai 3.500 ai 4.000 gli Ucraini accolti nella Bergamasca (106.000 a livello nazionale), ha dichiarato Don Trussardi, mentre continuano senza sosta, dal mese di febbraio, i donativi di alimenti, vestiario e soprattutto medicinali al popolo ucraino da parte della Caritas di Bergamo, che mantiene rapporti costanti con i sindaci e gli esponenti religiosi locali, per cercare di rispondere concretamente alle reali necessità ed urgenze di un popolo devastato dall’orrore della guerra. Sono stati inoltre destinati dalla Caritas di Bergamo fondi per la ricostruzione dell’Ucraina, a guerra finita, sperando, come ha sottolineato con forza Don Roberto Trussardi, nell’intervento forte ed efficace della diplomazia europea per mettere fine a queste atrocità.
Maria Imparato
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